lunedì, marzo 15, 2004
Un sabato qualunque, un sabato italiano.
Un sabato anche un po’ svizzero.
Non svizzero di quelli preordinati.
Svizzero in Svizzera.
Perché la sorpresa c’è stata, eccome.
Entro in una birreria qualunque, per la solita birra con i soliti amici. Di insolito trovo un po’ di confusione in più e note che avevo lasciato riposare nella memoria.
Musica dal vivo, quella sera.
- Scusa N. , io questa canzone la conosco. Questo gruppo suona una cover dei Ridillo, vero?
- Fraps, forse sei un po’ confuso, questi SONO i Ridillo, c’è scritto sulla locandina.
- I RIDILLO? In una birreria svizzera?
- Pare proprio di si. A proposito, chi diavolo sono i Ridillo?
Sul web è più facile da spiegare, basta un link: dal vivo occorrono birre medie, buonumore e un’ora e mezza di sano Funky italico.
Per me la serata finisce lì, il mio buonumore ha già raggiunto picchi inarrivabili.
Per altri la serata è appena cominciata, è ora di andare ad ascoltare musica dal vivo nel disco pub di fronte, che lì si che ci sono dei gruppi bravi.
Mi avvisano che i costi lieviteranno un po’, la musica dal vivo costa cara.
( forse le birre non mi hanno aiutato a spiegare: i Ridillo pubblicano il quarto album! Chi andiamo a sentire adesso, Pavarotti?)
Entriamo da una porta di servizio, imbucati o raccomandati.
Lo spettacolo è desolante:
un locale strutturato a forma di arena in metallo e cemento con un palco al centro, abitato da un gruppo di pupazzi che sembra non aver mai avuto a che fare con la musica; mentre tento di mantenere la calma mi accorgo che uno dei pupazzi starnazza una cover di Tiziano Ferro.
Limite di sopportazione raggiunto.
Il locale può contenere un migliaio di persone: duemila ventenni sudaticci e ubriachi riscoprono invece l’arte del “pogo” proprio “tutto intorno a me”.
Novello Megane Gale, mi inoltro verso gli spalti con un sorriso di circostanza, ma perdo di vista i miei amici. E’ troppo. Mi avvio, da solo, verso l’uscita.
Due minuti dopo avvisto la mia ex-non-fidanzata: si sta avviando verso l’uscita.
Un aspetto positivo c’è: la mia fuga fino a quel momento rappresentava il capriccio di un trentenne insoddisfatto, ora é il manifesto di una sensibilità comune, il sintomo di un’insofferenza lecita e condivisa.
Io e la mia compagna ritrovata ci avviamo in macchina verso casa, entrambi con lo stesso sguardo spaesato.
Forse c’è anche un aspetto negativo: ero l’unico con l’auto e ho abbandonato i miei amici al loro destino.
Se avrò ancora loro notizie, per farmi perdonare, li porterò ad un concerto della Black Sound Machine.
Un sabato anche un po’ svizzero.
Non svizzero di quelli preordinati.
Svizzero in Svizzera.
Perché la sorpresa c’è stata, eccome.
Entro in una birreria qualunque, per la solita birra con i soliti amici. Di insolito trovo un po’ di confusione in più e note che avevo lasciato riposare nella memoria.
Musica dal vivo, quella sera.
- Scusa N. , io questa canzone la conosco. Questo gruppo suona una cover dei Ridillo, vero?
- Fraps, forse sei un po’ confuso, questi SONO i Ridillo, c’è scritto sulla locandina.
- I RIDILLO? In una birreria svizzera?
- Pare proprio di si. A proposito, chi diavolo sono i Ridillo?
Sul web è più facile da spiegare, basta un link: dal vivo occorrono birre medie, buonumore e un’ora e mezza di sano Funky italico.
Per me la serata finisce lì, il mio buonumore ha già raggiunto picchi inarrivabili.
Per altri la serata è appena cominciata, è ora di andare ad ascoltare musica dal vivo nel disco pub di fronte, che lì si che ci sono dei gruppi bravi.
Mi avvisano che i costi lieviteranno un po’, la musica dal vivo costa cara.
( forse le birre non mi hanno aiutato a spiegare: i Ridillo pubblicano il quarto album! Chi andiamo a sentire adesso, Pavarotti?)
Entriamo da una porta di servizio, imbucati o raccomandati.
Lo spettacolo è desolante:
un locale strutturato a forma di arena in metallo e cemento con un palco al centro, abitato da un gruppo di pupazzi che sembra non aver mai avuto a che fare con la musica; mentre tento di mantenere la calma mi accorgo che uno dei pupazzi starnazza una cover di Tiziano Ferro.
Limite di sopportazione raggiunto.
Il locale può contenere un migliaio di persone: duemila ventenni sudaticci e ubriachi riscoprono invece l’arte del “pogo” proprio “tutto intorno a me”.
Novello Megane Gale, mi inoltro verso gli spalti con un sorriso di circostanza, ma perdo di vista i miei amici. E’ troppo. Mi avvio, da solo, verso l’uscita.
Due minuti dopo avvisto la mia ex-non-fidanzata: si sta avviando verso l’uscita.
Un aspetto positivo c’è: la mia fuga fino a quel momento rappresentava il capriccio di un trentenne insoddisfatto, ora é il manifesto di una sensibilità comune, il sintomo di un’insofferenza lecita e condivisa.
Io e la mia compagna ritrovata ci avviamo in macchina verso casa, entrambi con lo stesso sguardo spaesato.
Forse c’è anche un aspetto negativo: ero l’unico con l’auto e ho abbandonato i miei amici al loro destino.
Se avrò ancora loro notizie, per farmi perdonare, li porterò ad un concerto della Black Sound Machine.