martedì, marzo 30, 2004

Il locale é invaso dagli Harleysti (si dirà così?) in gita.
Le facce dei ragazzoni tatuati sono come te le aspetti, solo un po’ più gioviali di quelle imbruttite dei biker da telefilm americano.
Le ragazze strizzate nelle tutine di pelle nera autorizzano fantasie solo in parte smorzate dall’immagine della tua faccia spiaccicata sotto uno stivale.
Avanzi titubante e guadagni il fondo del locale, poi, sconsolato, ti prepari a un inevitabile dietro-front.
Così, solo per non lasciare nulla di intentato, ti avvicini a un tavolo di brutti ceffi con il giubbotto “MILANO CHAPTER” e chiedi sommessamente:

- Restate ancora a lungo?
- Certo che restiamo ancora a lungo, e voi restate con noi! Accomodatevi, è tutto pagato.

Mi sento un po’ a disagio nella mia tenuta da ragioniere, ma un invito del genere non può cadere nel vuoto.
Dopo il giro dei dessert e la terza pinta di birra, apprendo che:

- Il branco dei bikers non è meno ospitale dei “frati benedettini del buon Gesù”.
- Alcuni brutti ceffi sono avvocati o notai, gli altri gestiscono negozi di pelletteria (credo).
- “Non fidarti mai delle apparenze” non è solo un luogo comune.

Rillo avrebbe trovato pane per i suoi denti: questi all’Elefantentreffen ci vanno sul serio e la documentano con tanto di foto.